Milano, 26 marzo 2017 - 23:06

Bandite due ragazze da un volo della United Airlines perché indossano i leggings: «Non è appropriato»

A Denver tre teenager sono state fermate al gate per il loro abbigliamento. Una si è cambiata per poter salire a bordo. La società replica: «Sono parenti di dipendenti, hanno violato la policy sul dress code»

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Il problema non erano taglierini dimenticati in borsa né liquidi nascosti nel bagaglio a mano che superavano la soglia minima consentita. Ciò che non andava era il loro abbigliamento. Troppo attillato e non conforme alla policy aziendale su dress code. Quello che dipendenti (e parenti) della compagnia aerea devono rispettare anche se stanno viaggiando «in borghese» cioè fuori dall’orario di lavoro. E che è obbligatorio anche se chi tenta di salire a bordo dell’aereo con un outfit giudicato troppo succinto — quindi non appropriato a rappresentare l’azienda — sono delle teenager. É bufera sulla United Airlines, dopo l’episodio di domenica mattina all’aeroporto di Denver, dove tre ragazzine sono state bloccate al gate e sono state bandite dal volo in partenza per Minneapolis proprio a causa dei loro leggings. Una, che portava dei pantacollant grigi, è salita a bordo solo dopo essersi cambiata. Alle altre due, che non avevano nel bagaglio a mano abiti alternativi, non è stato permesso di proseguire il viaggio.

Teenagers in leggins contro la policy aziendale

L’episodio è stato raccontato minuto per minuto dall’attivista — e fondatrice dell’associazione «Moms Demand Action» che lavora per ridurre l’uso delle armi negli Usa — Shannon Watts. «Un agente della United Airlines non sta facendo salire sul volo delle ragazze in leggings. Forse l’elastam non è permesso a bordo?» ha twittato. Aggiungendo poi altri dettagli: per entrare in cabina, alle ragazze è stato richiesto di cambiarsi». Sui social si è scatenata una pioggia di insulti verso la United Airlines, che alla fine è stata costretta a dare una spiegazione per l’insensato comportamento. E per farlo, ha utilizzato il regolamento aziendale. Le ragazze erano infatti «Pass Riders» ovvero parenti di dipendenti della compagnia aerea. Che quindi, in qualche modo, la rappresentano. E per questo devono seguire una — forse troppo stretta — policy sul dress code. Che però dice soltanto che non sono ammessi «i passeggeri a piedi nudi o non vestiti in modo appropriato». A quanto pare, tra le regole, c’è anche quella di coprire il più possibile le gambe. Ma, si chiede sempre Shannon Watts, «e quindi il padre, che portava pantaloni corti?».

La lettera ai clienti: «I vostri leggings sono i benvenuti»

«Alle ragazze è stato spiegato che non potevano imbarcarsi se non correggevano il proprio outfit. A loro è andato bene, hanno capito», ha poi riferito un portavoce della United Airlines. Ha poi spiegato in modo più dettagliato il regolamento: chi viaggia con «special pass» non può indossare abiti da cui traspaiano biancheria intima o costumi, minigonne e short che arrivino a meno di 7,5 centimetri dal ginocchio. La compagnia non si è mai scusata con le ragazze. Ma, viste le conseguenze dell’episodio — che ha destato scalpore su tutto il web — ha deciso di rivolgersi direttamente ai suoi clienti con un comunicato ufficiale. «Siamo molto attenti a come ci presentiamo a voi — scrivono — poiché crediamo sia una parte importante dell’esperienza a bordo dei nostri voli. Uno dei vantaggi di lavorare su una compagnia aerea è che i nostri dipendenti siano in grado di viaggiare per il mondo. E, ancora meglio, che possono estendere questo privilegio a un selezionato numero di quelli che noi chiamiamo “pass riders”. Quando utilizzano questo benefit, tutti sono considerati rappresentanti della United. E come molte compagnia, abbiamo un dress code che chiediamo di seguire.Per tutti i nostri clienti regolari, i vostri leggings sono i benvenuti».

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