Milano, 11 novembre 2016 - 12:26

Addio salotto e telecomando: la televisione diventa mobile

Passiamo sempre più tempo sullo smartphone. E anche i vecchi formati si stanno trasformando: Sky da quattro anni spinge in questa direzione con l’applicazione SkyGo

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Cucina, adiacente al salotto. La famiglia è ancora a tavola, ultime briciole sui piatti e bicchieri da svuotare. Tutti puntano al divano. E al telecomando. Fino a qualche anno fa era uno spaccato tipico delle famiglie nostrane, con il televisore che catalizzava l’attenzione e contribuiva a raccogliere genitori e figli intorno allo stesso contenuto, indipendentemente da età e gusti personali. La situazione sta cambiando. Ognuno ha il suo dispositivo mobile personale: secondo gli ultimi dati di comScore, in Italia gli smartphone sono 31,1 milioni e i tablet 6 milioni. A livello globale, riporta StatCounter, i piccoli schermi hanno superato proprio in queste ore il computer per tempo trascorso online. Oggi ogni componente della famiglia è abituato a scegliere cosa vedere e a farlo quando, come e dove vuole con l’ausilio di Internet. Basti pensare che, ancora secondo comScore, due minuti su tre online sono riconducibili a telefonini o tavolette.

Video portatili

«A incidere sono soprattutto le applicazioni di messaggistica e social networking. Solo Facebook e Whatsapp “mangiano” più della metà del 90% del tempo che passiamo con gli occhi incollati sugli schermi portatili», spiega Fabrizio Angelini, responsabile per l’Italia della società di analisi, facendo notare come il nostro sia il Paese «con la più alta incidenza di possessori di dispositivi mobili che guardano video». Nei nostri confini, il 52% di chi si affida alla Rete per vedere un film o una serie tv lo fa mentre si sta spostando. In treno, in metropolitana, nella sala d’attesa del dentista o sul famoso divano con il suo inseparabile piccolo schermo personale alla mano. In Francia o in Germania, per rendersi conto delle proporzioni, la percentuale si aggira intorno al 30 e al 40 per cento.

L’esempio di Sky

I numeri di Sky, che 4 anni fa ha iniziato a spingere in questa direzione con l’applicazione Sky Go, confermano: gli utenti hanno raggiunto i 2,25 milioni e le visualizzazioni dei contenuti on demand in mobilità sono aumentate del 126%. Altro aspetto interessante emerso dall’esperienza della pay tv è quello del tempo dedicato: più di 500 mila utenti guardano sull’app contenuti - inclusi nel loro abbonamento - per più di 5 minuti al giorno. E in media, oltre 700 mila persone accedono al servizio ogni settimana. «Per migliorare ulteriormente il servizio abbiamo aggiunto funzionalità che permettono una fruizione ancora più libera», afferma Pietro Maranzana, chief commercial officer di Sky Italia, riferendosi a Sky Go Plus. La versione “potenziata” dell’app (non va scaricata di nuovo, ma attivata gratuitamente o a 5 euro al mese a seconda dell’abbonamento) è disponibile da metà ottobre. «Le attivazioni nei primi 20 giorni sono state 150 mila», afferma Maranzana spiegando come tra le (nuove) frecce all’arco ci siano la possibilità di guardare dall’inizio un evento live già cominciato — andando incontro allo sport, che va di gran lunga per la maggior su Sky Go — e quella di scaricare il contenuto e vederlo in un secondo momento. Con il download in mobilità, il colosso moltiplica le occasioni di visione per chi passa da un dispositivo all’altro, creando «un sistema completo che parte dalla tv di casa per seguire l’abbonato ovunque». Non a caso il 2017 sarà anche in Italia l’anno di SkyQ, mega piattaforma già lanciata nel Regno Unito che porta tutto su tutti gli schermi in qualsiasi momento. Lo stesso film o la stessa puntata della medesima serie tv, ad esempio, riprenderanno dal punto in cui li si era lasciati indipendentemente dalla fonte di accesso. Il momento è quello giusto, soprattutto per il mobile: «Negli ultimi 8 mesi abbiamo visto un netto aumento del minutaggio di video fruiti da smartphone e tablet. Stiamo andando oltre i classici 90 secondi degli user-generated-content», incalza Angelini di comScore. Il telecomando sopravviverà, ma sarà meno conteso.

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